L'altro volto di Matisse

Martedì, giorno di chiusura per numerosi musei...Finalmente! In questo pomeriggio di sole, avevo deciso di andare alla Fondazione Louis Vuitton, che si trova all’interno del giardino zoologico di Boulogne nei pressi di Parigi. Mi avevano detto che alcuni capolavori d’arte moderna erano attualmente esposti lì: Picasso! Munch! Matisse! Che meraviglia!
 
Così mi feci strada attraverso questa grande carcassa di vetro e acciaio (15 000 tonnellate di metallo, due volte più della Torre Eiffel!!). Arrivato all'ultima stanza, mancò poco per farmi notare da un tecnico del museo. Ed io che pensavo d’esser solo! E quelle pareti bianche! Troppo facile farsi scorgere! Mi nascosi sotto una panchina al centro della stanza e rimasi lì nell'ombra. Il tecnico, infine, lasciò la stanza facendo dondolare le pesanti chiavi appese alla cintura.
 
Ebbi appena il tempo di riprendermi quando sentii una dolce melodia... qualcuno suonava il violino. Da dove veniva? Sembrava non esserci nessuno! La musica proveniva, invece, da un grande dipinto molto colorato...eppure, era sotto vetro! Come potevo sentire quella musica? La Gioconda, dietro un vetro antiproiettili al Museo del Louvre, non mi aveva detto niente. Mi resi conto avvicinandomi che la finestra era aperta: il tecnico aveva certamente dimenticato di chiuderla! Chic! Colsi l'occasione ed entrai dentro la vetrina. Il violino suonava un aria malinconica... L'immagine rappresentava, in forme molto semplificate, personaggi pittoreschi (nel senso originario del termine!): del giallo, del blu, del verde...Mi sembrava di conoscere quest’opera di Matisse ma il suo nome mi sfuggiva...
 
"Vi piace?" Mi fu chiesto.
Andiamo! Ecco che il quadro mi parla. Poiché nessun volto era rappresentato, non sapevo dove guardare. Notai poi che il personaggio centrale, fatto di fiori gialli su sfondo nero, si muoveva lentamente. Riconobbi due grandi mani tenere un violino.
"Sì, è bellissimo..." risposi.
"Se non fossi dietro a questa lastra di vetro, potrei fare dei recital...!"
Improvvisamente, il nome del quadro mi venne a mente. Si trattava della Tristezza del re.
"Siete Davide, il re biblico? "
"Questo è proprio ciò che in molti pensano... Sono così vecchio, perdonami...Avrei voluto essere un musicista, come potete vedere. Condurre una grande carriera... E invece no. Suono solo per i miei accoliti e per me stesso. Che cosa avreste scelto voi, tra musica e pittura? Ah! Troppo tardi ormai. Sono solo una triste rappresentazione di me ...il mio nome è Henri, Henri Matisse."
E ricominciò a suonare.
 
Improvvisamente, sentii dei passi frettolosi in lontananza. Suole di gomma scricchiolavano sul pavimento. I passi si avvicinavano. Il tecnico! Tornò per chiudere la vetrina...con me all’interno!! Velocemente, lasciai senza salutare il mio ospite e corsi per rifugiarmi di nuovo sotto una panchina. Gliene volli a quel tecnico che interruppe la mia conversazione e chiuse la vetrina davanti ai miei occhi...
 
Quindi? Questo dipinto sarebbe un autoritratto del pittore?? Che scoperta! Non sapevo che era anche un musicista...Mi allontanai canticchiando l’aria malinconica di quel violino...
 
 
Emile, il piccolo topo del Patrimonio
 
 
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