L'autocensura nei musei : saggezza o lassismo?

Lo shock degli attentati di Parigi contro Charlie Hebdo, di Copenhagen e Tunisi ha scatenato diverse reazioni: rabbia, sussulti, voglia di dibattere o, al contrario, paura: la paura della confusione, la paura dell'altro o semplice paura fisica. Inevitabilmente, i musei si sono trovati di fronte a questa paura. Alcuni hanno optato per l'auto-censura. Come il Victoria and Albert Museum di Londra, che ha censurato un ritratto iraniano del XX secolo raffigurante Muhammad, il Museo Hergé di Bruxelles che ha annullato una mostra in omaggio ai vignettisti di Charlie Hebdo e la mostra Femina annullata a Clichy-la-Garenne.
Hanno loro ragione?
 
Ecco quello che direi se fossi contro ...
Ah! I codardi! I terroristi sono riusciti a mettervi paura e imporre i loro divieti. Lo scopo di un museo non è quello di aprire gli occhi della gente alla diversità del mondo? Hey! Curatori del Victoria and Albert Museum, perchè impedite altre visioni dell'Islam? Vi capita di pensare al significato della vostra missione?
Hey! Museo Hergé, non pensi che censurando i vignettisti di Charlie Hebdo, tu li uccidi per la seconda volta? Cosa? Vuoi attendere che il "clima" si calmi? Sei un meteorologo? I terroristi sono meno stupidi di voi, attenderanno anche loro. Così, nel dubbio, non dobbiamo mostrare mai quella parte del patrimonio mondiale che non corrisponde a una certa visione del mondo?
Hey! Curatori della mostra Femina, censurando le opere con il pretesto che esse possano essere fraintese, voi giocate lo stesso gioco dei fraintenditori. L’opera di Zoulikha Bouabdellah è un invito alla riflessione e al dialogo. Con la vostra censura essa diventa stigmatizzante. Voi la rivestite di quello che pensate di combattere. La paura vi paralizza il cervello?
 
Ecco quello che direi se fossi favorevole...
Relax, combattenti di schiuma! Com’è facile invocare il coraggio quando si è lontani dal pericolo! I funzionari hanno avuto ragione, diamogli fiducia. Hanno la loro responsabilità di altre vite, sono in prima linea ogni giorno, e quando la sicurezza non è più garantita quando i dipendenti temono per la loro vita e quella del pubblico, è saggio rinunciare momentaneamente.
Questi non sono degli ideologi, a differenza di voi che avete solo slogan in bocca ma le mani nelle tasche e le pantofole ai piedi. Il clima è pericoloso, gli animi sono caldi, la polizia non può garantire sempre la sicurezza, quindi non agite come se fossimo in un contesto normale. Quando si ama la vita, si cerca di proteggerla, quando si ama il patrimonio, non lo si espone stupidamente ai folli.
 
Ecco quello che penso veramente ...
Signore e signori, direttori di musei e curatori che avete scelto l’auto-censura: capisco. Voi siete dei saggi, dei responsabili. Quindi vi do un consiglio: se il vostro mestiere è diventato così pericoloso, dimissionate! Andate a nascondervi in un bunker sicuro! Vi richiameremo quando il "clima" sarà più "sereno".
Lasciate spazio a dei giovani incoscienti che saranno lieti di "rischiare la pelle." Loro hanno almeno la saggezza di pensare che è irresponsabile lasciare che alcuni individui dettano la loro legge, mettendo da parte una libertà duramente conquistata. Loro hanno l'audacia di pensare che la stragrande maggioranza di chi professa una religione non ha alcun problema a vivere accanto a dei musei che espongono tutte le sensibilità e i pensieri contenuti nel loro patrimonio, anche quando sono in contraddizione con la loro fede. Loro avranno la follia di emulare il Museo del Bardo di Tunisi che ha riaperto nonostante il pericolo. Loro moriranno forse un giorno nel corso delle loro funzioni, assassinati da un pazzo o colpiti da un meteorite, così come può capitare a tutte le persone che camminano per la strada.
 
L’avete capito, io sono contro l’autocensura nei musei.
E tu? Esprimiti liberamente nei commenti, la censura non esiste da Guido!
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