Abdoul Kader Haïdara, l'uomo che salva i libri (episodio 1)

Entra Abdul Kader Haidara!

Vieni ad ascoltare la storia di un ragazzo che, per salvare dei libri, ha rischiato la vita di fronte a spietati terroristi. Vieni ad ascoltare la storia epica del bibliotecario di Timbuktu che dette un senso eroico al verbo "conservare". Vieni ad ascoltare la tua storia...

Figlio di Timbuktu, la perla del Sahel

Per parlare delle tue gesta tu dici con umiltà: "Ho avuto la fortuna di nascere in una famiglia di letterati di Timbuktu." Questo è corretto, perché hai ereditato un patrimonio di tutto rispetto! E Timbuktu è una città importante, che si è sviluppata nel Medioevo al centro del commercio trans-sahariano in questa ricca valle del Niger. Ambita e conquistata dai grandi imperi africani (quello del Mali, del Ghana, di Songhai o del Marocco). È stata a lungo oggetto di fantasie degli europei che non avevano diritto di accesso.

Timbuktu è diventata nel XIV secolo un grande centro culturale e religioso dell'Africa musulmana. La sua grande università coranica di Sankore è stata una delle più celebri insieme a quella del Cairo. Studiosi provenienti da tutto il mondo musulmano ci venivano. Oltre alla religione, tutto lo scibile umano era oggetto di insegnamento: la filosofia, il diritto, la medicina, l’astronomia, la botanica, la matematica, la cartografia, il commercio, la musica, la poesia...Tutto questo ha prodotto il vero tesoro di Timbuktu: i suoi manoscritti! (oltre che ai suoi mausolei e alle sue moschee).

Queste centinaia di migliaia di libri antichi, che contengono campi insondabili di conoscenza e di una parte della storia dell'Africa, sono sempre stati protetti con la massima cura dalle vecchie famiglie di Timbuktu che si passano questa missione di mano in mano, tra cui la tua.

Da chi le proteggi?

Innanzitutto dalla sabbia del tempo, che distrugge ogni cosa, compresi i beni culturali, e contro la quale siamo solo in grado di limitare i danni in qualche modo.

E poi dalla desertificazione, la vera sabbia distruttrice. Quella del Sahel invade inesorabilmente le città e desertifica tutto ma qui siamo in grado di lottare contro i suoi effetti.

E infine dal nemico peggiore che è quello per cui e attraverso cui questi beni sono stati realizzati ma che è anche il più dotato nel distruggere o nel portare via: chiamo questa insolente bestia l’Uomo. Timbuktu è da sempre ambita per la sua ricchezza, per primi furono i marocchini a saccheggiarla nel XVI secolo, poi quei simpaticoni dei francese alla fine del XIX secolo, che hanno da sempre l’abitudine a prendere le più belle opere di altri per metterle nei loro musei. I manoscritti dovevano assolutamente rimanere qui, perché come dice un proverbio africano: "Fintanto che il leone non avrà nessuno storico con lui, la storia continuerà a glorificare il cacciatore".

Dopo l'indipendenza del Mali questi tesori sono stati finalmente riscoperti. Tu hai giocato un ruolo importante in questa vicenda. Hai lavorato come archivista e bibliotecario presso il Centro Baba Ahmed, creato nel 1970 e finanziato in parte dall'UNESCO. Poi, nel 2000, hai creato una nuova biblioteca, che porta il nome di tuo padre Mamma Haidara, con le risorse della tua famiglia. La biblioteca ti consente inoltre di avere un ruolo da consigliere per assistere le centinaia di famiglie a conservare i loro manoscritti nelle loro piccole biblioteche private.

Tutto andava bene, l'Africa riscopriva grazie a te e ai tuoi colleghi una parte della sua ricca storia. Il continente gradualmente si liberava dai luoghi comuni e dalle sciocchezze dette, come che quella che dice che l’Africa non avrebbe "fatto la storia" o che non possederebbe alcuna cultura antica. Idiozie ancora spacciate per vere da un presidente francese nel 2008...

Infine, tutto sembrava filare liscio per i manoscritti che, finalmente rispolverati, digitalizzati, tornavano alla luce. Fino al maledetto Aprile 2012, dove Timbuktu si è vista soccombere, da qualcosa di più pericoloso di qualsiasi cosa che aveva conosciuto fino a quel momento...

Per saperne di più (in francese):

 

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